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“Come Quando”

08 Set 2015, Postato da Marcella Menozzi in Docufilm, Documentari, Italia

Come Quando – Repubblica tv

Ci sono ricorrenze da festeggiare e altre in cui si fa memoria. Ci sono giornate in cui si ricordano gesta umane, eroiche o tragiche che siano, ma dove è l’uomo a essere protagonista. Ci sono anniversari, invece, in cui ci si ricorda quanto l’uomo sia niente su questa Terra. E saranno proprio queste, d’ora in poi, le giornate tra il 20 e il 29 maggio in Emilia, soprattutto in
quella zona di incontro tra le provincie di Modena, Ferrara e Bologna, dove la terra ha tremato abbastanza per far capire a tutti che è lei la padrona, che noi siamo gli ospiti.

Le scosse si sono prese vite, case, chiese, palazzi, campanili. E soprattutto si sono prese le sicurezze di tutti.
E’ proprio questo il tasto che tocca il video ‘Come Quando’, firmato da Marcella Menozzi, autoprodotto con il grande aiuto e sostegno degli amici e familiari, ispirato al libro di Annalisa Vandelli e Luigi Ottani ‘Magnitudo Emilia : Lo sguardo sulle cose’ (Artestampa, 2012): sette minuti di immagini dove non è l’evento terremoto a dominare, ma al centro c’è l’attenzione di chi ha vissuto quelle scosse, l’alterazione di quell’attenzione. Se le immagini si possono condividere, se crepe, crolli, macerie hanno fatto il giro delle prime pagine cartacee e digitali, il rumore della terra che trema resta dentro, fisso. Resta registrato in una zona di coscienza vigile, così da tenere sempre alta l’attenzione: ogni suono potrebbe essere l’allarme di quel rumore.

Ecco che allora le persone in strada, il traffico urbano, un cantiere edile, la voce registrata dell’autobus, gli studenti in uscita dalla scuola, l’abbaiare del cane, diventano oggetto di una sovraesposta attenzione. Tutto potrebbe di nuovo trasformarsi in quel tintinnare senza fine di bicchieri, in quel cadere indistinto, in quel multiplo rompersi dei propri oggetti in casa propria.

Nulla è come canta la voce della ballata drammaticamente spensierata che accompagna le immagini, nulla riporta a ‘quel solito rumore’ di chi credeva che ‘per qualcuno le cose non cadono mai’ (Musiche originali del video: La Metralli). Soprattutto in Emilia, in quella pianura dove la sismicità era attestata ma detta irrisoria. L’Emilia esce nelle sue consuetudini nella prima parte del video, senza alcuna panoramica o localizzazione certa, ma con dettagli che parlano emiliano. Il lavoro, l’incontro, la condivisione; le strisce pedonali, le piste ciclabili, le panchine; il verde, il mercato, il bar; i cani a passeggio, i giovani, gli anziani, gli immigrati: scatti di una comunità partecipe e partecipata, ripresi in quella ordinarietà rassicurante, come fosse un film già visto.
Invece in una notte tutto è cambiato.

In una notte proprio in questa zona dove la terra è stata sempre ordinata, coltivata, gestita, dove la terra è smossa per fare bei giardini o ottimi raccolti, la terra all’improvviso si è mossa e ognuno si è trovato a fare i conti con se stesso, con la propria paura.
Nella vita di ciascuno qualcosa si è spezzato. Chi ha perso tanto, chi meno. A tutti si è rotto il tempo in cui se casca la terra si va soltanto tutti giù per terra per gioco. Forse quel giorno tornerà. Le immagini sfumano e restano le parole di Annalisa Vandelli,  resta la speranza che quell’Emilia ritorni alla normalità ‘Come quando la nebbia abbandona i campi arati. Come quando la neve è vinta, nera, ai bordi delle strade’.